La Politica Agricola Comune (PAC)
Una politica tutta europea (ma attenta alle differenze)
La PAC è una delle politiche più rilevanti dell’UE (ne assorbe circa 1/3 del bilancio) ed è prevista già nel Trattato di Roma istitutivo della Comunità (1957). E’ finanziata da appositi Fondi di sostegno come il FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) e il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Negli anni la PAC ha subìto profonde trasformazioni in linea con i mutamenti storici e socio-economici dei paesi europei e delle nuove esigenze ambientali con cui agricoltura e mondo rurale hanno dovuto confrontarsi.
I fondi della PAC sono impiegati per tre scopi principali, strettamente legati tra loro, perseguiti attraverso due distinti Pilastri di intervento:
Il I° Pilastro opera, dunque, per sostenere annualmente il reddito degli agricoltori (attraverso l’erogazione di pagamenti diretti alle aziende agricole) o per sostenere mercati di prodotti di importanza strategica per l’UE (olio di oliva, ortofrutta, settore vitivinicolo, apicoltura, zucchero, vino, e latte e prodotti lattiero-caseari).
Il II° pilastro, invece, opera per favorire lo sviluppo sostenibile delle aree rurali attraverso:
- il miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;
- il rafforzamento dei legami tra l’attività primaria e l’ambiente;
- il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali;
- l’impulso alla cooperazione e all’innovazione e l’incentivo alla diversificazione dell’economia nelle comunità rurali.
Come si genera la Politica di sviluppo rurale e come si integra con le altre politiche di sviluppo comunitarie (EU 2020)
Il processo di generazione e implementazione della Politica di Sviluppo rurale parte a livello comunitario con la definizione di quadro strategico comune nel quale PAC e altre Politiche, ciascuna per i suoi ambiti di competenza, concorrono alla definizione di linee strategiche di sviluppo. Viene poi definito un Accordo di Partenariato nazionale tra tutti i soggetti che concorrono allo sviluppo, che mette a sistema anche politiche nazionali e finanziamenti. La politica di Sviluppo rurale contribuisce al conseguimento di alcuni obiettivi strategici di sviluppo e viene “disciplinata” da Regolamenti che ne stabiliscono priorità comuni e set di obiettivi da conseguire, ambiti di azione e misure di intervento.
In Italia ogni Regione pianifica il proprio Sviluppo rurale, redigendo dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) definiti all’interno dei Regolamenti.
La programmazione dello Sviluppo rurale prevede periodi di programmazione pluriennale: sono appena stati presentati alla Commissione i Programmi (PSR) per il periodo 2014-2020.
Ciascun periodo di programmazione ha una sua specifica connotazione che varia in funzione di diverse variabili legate alle evoluzioni del settore e ai cambiamenti dei mercati, ma anche della realtà sociale ed economica che vivono i Paesi europei e delle sfide a cui l’Europa va incontro. Il nuovo disegno dello Sviluppo rurale ha definito 6 priorità strategiche a cui le Regioni italiane devono far riferimento nell’elaborazione dei loro Programmi regionali.
I numeri della Politica Agricola Comune
Fonte: sito della Commissione europea dedicato alla PAC
I beneficiari della Politica di Sviluppo rurale
I beneficiari della Politica di Sviluppo rurale sono principalmente gli agricoltori, sia singoli che associati, ma anche altri soggetti privati e pubblici che operano nelle aree rurali quali ad esempio piccoli imprenditori non agricoli, enti locali (Comuni, Unioni di Comuni), giovani che vogliono avviare una attività imprenditoriale (start-up), Gruppi di Azione Locale…. Naturalmente tutti i cittadini europei sono beneficiari, indiretti, delle azioni promosse dalle politica di Sviluppo rurale.
A cura di Milena Verrascina
Ricerche strutturali e territoriali e servizi di sviluppo agricolo, INEA (Roma)
A cura di M. Verrascina