Le fasi di crescita del neonato

Le fasi di crescita del neonato

Se siete alle prese con il mondo dell’infanzia, comprenderete facilmente che l’infanzia è una fase della vita nella quale i bambini apprendono ogni giorno cose diverse e nuove. Questo è vero soprattutto quando si osserva un neonato. I cambiamenti possono essere visibili “ad occhio nudo”, perché durante la loro neo vita, il bambino riesce a compiere grandi e nuovi progressi quotidiani. In questo articolo si potranno scoprire le tappe principali di un bambino nel suo primo anno di vita.

Ciò non sempre si rivela corretto, perché?

Si sa che il neonato compie i primi passi iniziando a Sorridere alle persone intorno a lui, afferra i primi oggetti o con la mano riesce a tenere più forte il vostro indice, inizia i primi gattonamenti e questi sono momenti che non è possibile dimenticare. Ma ciò può essere scontato per la maggior parte dei bambini che raggiunge un buon grado di sviluppo psico-fisico, in tale periodo. Bisogna tuttavia tenere presente che questo articolo ed altri che si trovano nel web o nei manuali dedicati, sono indicazioni e raccontano di un generale sviluppo del neonato. Bisogna tenere presente che ogni bambino ha una sua personale linea di sviluppo: c’è chi per esempio inizia a camminare presto ma riesce a parlare ancora poco; oppure chi chiacchiera molto ma ancora non tiene lo sguardo di mamma e papà. Questo perché, come si diceva, ogni bambino ha la sua personale e soggettiva capacità di sviluppo psico-motorio e gli apprendimenti possono essere più lenti o bypassati in favore di altri. In questo senso, se si osserva che il neonato non possieda alcune capacità che per voi è normale raggiungere in quel periodo di tempo o attua comportamenti che deviano la media, si può prendere nota di tali movimenti e portarlo a fare una visita da un medico professionista quale pediatra, un pedagogista o un neuropsichiatra infantile. I medici sono più importanti di qualsiasi parere dato da un sito.

Linguaggi infantili

Il bambino appena nato, riesce a sviluppare piano piano le sue abilità linguistiche. È bene chiarire che non le sviluppa attraverso l’insegnamento dell’adulto vicino ma dal continuo rapporto inter-soggettivo con gli altri individui intorno a lui.

Sarebbe una capacità che quindi acquisisce tramite ascolto e osservazione degli altri. Nel primo anno di vita, l’acquisizione di un suo linguaggio è un processo che si definisce a 360 gradi perché in questo periodo si intrecciano le componenti fonetiche per poi andare a sviluppare le componenti morfologiche e semantiche. A livello fonetico il suo primo linguaggio è il vagito, tipico di tutti i neonati. Il vagito è utile al bambino per chiedere aiuto e attenzione agli adulti che lo circondano.

Da ricordare che il vagito è diverso dal pianto vero e proprio, perché con quest’ultimo il bambino segnala un disagio, un dolore, una necessità da soddisfare. Nei primi sei anni di vita, il neonato reagisce alle verbalizzazioni delle persone che lo circondano. Riesce a farlo tramite sorrisi, pianti, primi vocalizzi. È bene chiarire che in questa fase lui non comprende le parole ma riesce già a percepire il grado di affetto della persona che sta giocando con lui e che lo sta stimolando con il linguaggio. Successivamente questo periodo, si passa al tempo dei balbetii che possono essere compresi come vocalizzi per trasmettere suoni di vario volume e intensità. In tutto il mondo i primi balbettii sono: “MA-MA PA-PA TA-TA”. Le cose cambiano dopo questo periodo, nel quale il bambino comincia a emettere veri e propri suoni, riuscendo abilmente a captare i suoni di chi vive con lui e a ripeterli. Egli comprenderà anche che alcuni suoni che emette sono collegati ad una conferma positiva dell’adulto intorno a lui, oppure discriminerà alcuni suoni perché l’adulto li disconferma. In questo modo sta comprendendo l’unione tra significato e suono.

Anche se l’articolo è specifico per i neonati, per concludere la sezione dedicata al linguaggio infantile, è bene dire intorno al compimento dell’anno il bambino riesce a sviluppare le prime parole che hanno significato (aspetti morfologici della parola).

Lo Sviluppo motorio nell’anno di vita

In questa fase di vita, il neonato è completamente dipendente dalle cure dell’adulto di riferimento, questa dipendenza viene chiamata relazione intersoggettiva primaria. Insieme a questa relazione intersoggettiva esclusiva, il bambino sviluppa l’abilità di attribuire significati alle situazioni del mondo, la reciprocità dei gesti, il mantenimento dello sguardo con l’altro e tutto questo va a contribuire al normale sviluppo del lattante. Dopo questa breve introduzione, il neonato comincia ad essere più attivo dopo il secondo mese di vita. Inizia così, la sua “scalata dell’apprendimento”. Attorno ai due mesi il bambino diviene più attivo, inizia a controllare i movimenti della testa e a tenerla più salda, riesce anche a tenere lo sguardo verso gli adulti che vede più spesso. È importante in questo periodo, che gli adulti intorno riescono a stimolare nel giusto modo, queste capacità nascente del lattante. Il bambino inoltre, riesce a compiere i primi movimenti nello stare seduti, andando a carponi, tenendo tra le mani dei piccoli oggetti e questo non fa che favorire le sue abilità psico-cognitive.