Energia e Sostenibilità

Energia e Sostenibilità

Si prevede che nel 2040 la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di persone e che, nello stesso periodo, la domanda di energia sarà il 30% più alta dell’attuale. Sarà ancora più urgente far fronte a due necessità:

  • Contenimento dei consumi ed incremento dell’efficienza energetica
  • Riduzione delle emissioni in atmosfera, per ridurre l’inquinamento ambientale

 

Per dare energia in modo sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale, saranno necessarie nuove competenze, ingegno e innovazione tecnologica. Nei prossimi anni, la gestione sostenibile delle risorse avrà bisogno di ingegneri, scienziati, tecnici e creativi, ovvero i “giovani di oggi”.

Anche l’agricoltura può contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, al miglioramento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia rinnovabile. La produzione di energia rinnovabile da fonti agricole è un processo piuttosto articolato, sia perché le materie prime agrozootecniche sono diverse per origine (impresa agricola, agroindustria, impresa zootecnica, impresa forestale, biomasse della gestione del verde pubblico o delle aree boschive) e per tipologia (colture erbacee, biomasse legnose, sottoprodotti, effluenti zootecnici), sia perché le tecniche di trasformazione di queste materie prime sono costituite da una pluralità di processi fisici, chimici e biologici.

A lungo termine, una intensiva ed estesa produzione di biomassa per fini energetici–industriali può avere ripercussioni sulla fertilità del suolo, sulla biodiversità e sulla struttura dell’agroecosistema. Per evitare il conflitto con le produzione alimentari l’attenzione si è spostata dalla biomassa amilacea o proteica (i semi) a quella cellulosica (la parte vegetativa verde), cioè a quella parte dei vegetali che non è utile al consumo umano e animale, e che teoricamente potrebbe garantire una produzione di biocarburanti molto più rilevante (i cosiddetti “biocarburanti di seconda generazione”). Lo stabilimento Crescentino (Vercelli) produce etanolo di seconda generazione, utilizzando i residui della lavorazione dello zucchero. Poiché la plastica è uno dei derivati della lavorazione dell’etanolo, potrebbe trattarsi di una svolta importante anche per la produzione di “plastica verde”.

A cura di P. Lionetti